Succede con le cose della vita: fare una cosa e poi chiedersi perchè si è aspettato tanto per farlo.
E succede anche nel knitting. Ci sono cose che ci sembrano complicate da fare finchè non si prendono in mano i ferri, si avviano le maglie e piano piano l’ansia di non riuscire svanisce e tutto sembra più fattibile. Poi si disfa e si riavvia, per perfezionare il risultato ed alla fine si è imparato a fare qualcosa che non si sapeva fare prima.E’ stato così con le perline ed è stato così con i mitered square.E come si traduce in italiano mitered square ? Il nome si riferisce alla mitria, il copricapo usato dai vescovi cattolici. Nel lavoro a maglia si tratta, generalmente, di avviare il numero di maglie che corrispondono a due lati di una piastrella e poi con una serie di diminuzioni successive ottenere gli altri due lati della piastrella. Si possono ottenere anche piastrelle triangolari o a forma di altri poligoni oppure si può seguire il procedimento opposto: iniziare con poche maglie e poi con una serie di aumenti arrivare ad avere una piastrella.
Il modo più semplice per assemblare le piastrelle è quello di cucirle l’una all’altra, ma la sfida è quella di riuscire a unirle man mano che si lavora, senza cucire.
Questo presuppone che si abbia già preparato un disegno dello schema che i mitered square devono comporre (il modo in cui devono essere inclinate le diagonali ed il modo in cui devono alternarsi i colori nel lavoro finale e nella singola piastrella). Poi si tratta di avviare la nuova piastrella riprendendo le maglie su un lato di quella già lavorata ed avviando a nuovo le maglie dell’altro angolo.Vorrei realizzare un runner e delle tovagliette americane da regalare. L’idea mi è venuta avendo tra le mani i gomitoli di Katia Cotton Cord che mi sembra particolarmente morbido nonostante la grossezza del filato. Così sabato mattina ho preso un gomitolo giallo ed ho provato a mettere insieme un pattern di modular knitting (o domino knitting, che dir si voglia) cioè a lavorare dei mitered square.Mi piace l’idea di un lavoro a maglia rasata, perchè più sottile rispetto ad un lavoro a legaccio, come di solito si fa.Ho fatto un po’ di prove sul modo in cui avviare le maglie: long-tail cast-on o cable cast-on ? Alla fine ho pensato ad un avvio provvisorio in modo da poter riprendere tutte le maglie creando meno spessore possibile nei lati di giuntura ed in modo da poter riprendere e lavorare facilmente i bordi esterni in un colore contrastante.Adesso il lavoro procede e riuscirò presto a mettere le foto.Per chi fosse interessata a creare il proprio pattern consiglio di dare un’occhiata ai video di Cheryl Brunette ed a questo tutorial, nonchè ai vari lavori di Elizabeth Zimmermann e Meg Swansen.Per chi, invece, non ha mai avuto a che fare con i mitered decrease ho tradotto il pattern di un asciugamano da cucina vintage e molto utile: il Mitered hanging towel di Cristina Bernardi Shiffman.La traduzione è qui; il link è anche nella pagina originale del pattern su Ravelry e nella colonna delle traduzioni qui in alto a destra.
In questi giorni ho anche un altro lavoro sui ferri che gioca con i colori e la geometria: è il Pamisos Metamorphose 8 di Dagmar Lutz. Anche per questo pattern ho avuto l’autorizzazione a tradurre in italiano: la traduzione è scaricabile gratuitamente dalla pagina su Ravelry.
Il Pamisos Metamorphose 8 è un collo o scialle chiuso che dir si voglia, reversibile e lavorato alternando maglia rasata e lagaccio in modo da ottenere un effetto “fisarmonica”. Il pattern utilizza quelli che si chiamano German Short row o Double stitch Short row (le spiegazioni sono anche nel pattern) e risolvono qualsisi problema di “buchetti” nei ferri accorciati.
Nella foto qui in alto c’è il mio Pamisos in versione estiva lavorato con due colori di Katia Degradè Sun.Forse è più immediato capire quanto i ferri accorciati riescano a creare la terza dimensione rispetto a quanto non sia immediato capirlo con i mitered square, ma basta pensare ad alcuni lavori della Zimmermann (per tutti, il Baby Surprise Jacket o il Mitered Cardigan) o di Norah Gaughan (Quonset o Gauss) per rendersi conto di quanto abbiano a che fare anche loro con il 3D.Felice e colorato knitting !